Come è nata “Asfodelo?”


Tutto parte da questa lettera, scritta da Caterina Scarascia, il 2 gennaio 2012, ad un gruppo di amici …..

Cento volte al giorno ricordo a me stesso che la mia vita interiore e esteriore sono basate sulle fatiche di altri uomini, vivi e morti, e che io devo fare il massimo sforzo per dare nella stessa misura in cui ho ricevuto.” Albert Einstein
Cari amici,
da tempo sono profondamente convinta della necessità di creare un’Associazione Culturale e Professionale, con sede a Tricase, ma, ovviamente, aperta a chiunque fosse interessato, da qualsiasi posto provenga, che si occupi delle tematiche della formazione e dell’educazione, coinvolgendo in primis due categorie fondamentali, in quanto prioritariamente coinvolte in detti processi: docenti e dirigenti da una parte e genitori dall’altra.
I tanti anni di lavoro spesi nel mondo della scuola mi hanno fatto gradualmente comprendere come la rapida e complessa evoluzione dei processi sociali, culturali ed economici imponga una visione sempre più partecipata e condivisa sul modo di “fare scuola”, sul modo di “essere educatori”, sul modo di “imparare ad educare”, perché da qui dipende il successo formativo dei nostri giovani e, in prospettiva, il senso del loro essere “cittadini attivi”.
Gli ultimi cinque anni di lavoro, spesi nel ruolo di dirigente nella scuola pubblica, hanno ulteriormente accresciuto la consapevolezza di come effettivamente esista un’emergenza educativa a più livelli.
Ma dinanzi ad una grave emergenza occorre fare scelte prioritarie, decidere quali strade sia più opportuno percorrere per prime ed io credo che la priorità, in questa fase storica, sia mettere insieme genitori, docenti e dirigenti per cominciare a “ragionare” intorno ad una visione comune di educazione.
In Italia esistono moltissime associazioni sia di docenti che di genitori, ma io vorrei che avessimo la forza di mettere in piedi un’associazione di docenti, dirigenti e genitori insieme, in modo che la prospettiva da cui guardare al mondo dei giovani e della loro formazione sia, da subito, condivisa.
Poi potremo avanzare diverse ipotesi di lavoro: mettere a punto e diffondere “pacchetti” formativi di ricerca-azione, legati alle differenti esigenze delle scuole; studiare e divulgare modelli organizzativi focalizzati su buone prassi di insegnamento-apprendimento flessibili, articolate, curvate sui bisogni di gruppi di studenti e/o di singoli alunni, anche alla luce delle possibilità offerte dalla Legge 170/2010 sui disturbi specifici di apprendimento; analizzare le tematiche della valutazione di sistema, per cominciare ad affrontare seriamente la questione spinosa, ma assolutamente inderogabile, della valutazione e del merito; riflettere sulla rivisitazione del ruolo della rappresentanza scolastica a vari livelli, anche in vista delle ormai impellenti modifiche degli organi collegiali. Sarebbe tuttavia prioritario, a mio avviso, cominciare a riflettere sul significato di “competenze spendibili nel mondo del lavoro” , vale a dire iniziare a rendersi conto che le scuole in cui si mandano i propri figli non vanno più lette in termini di “voto” o giudizi fini a se stesse, ma secondo modelli di curricoli orientativi per competenze.
Come si può infatti interloquire con la scuola in genere se non si condividono linguaggi e concetti che le diverse offerte formative sottendono?
Sono infatti convinta che solo un “martellamento” continuo, che diffonda informazioni corrette, pertinenti, utili e che fornisca anche strumenti operativi di lavoro possa contribuire a diramare una cultura reale del cambiamento.
Insomma….ci sarebbe davvero tanto da fare!
In questa fredda, ma luminosa mattina di gennaio, prima di cominciare la mia giornata di lavoro, ho pensato che era ormai “obbligatorio”, per me, scrivervi, lanciare l’idea, proporvi un incontro.
E’ come un buon auspicio per il nuovo anno.
E’ come uno stimolo a chiedersi: che abbiamo fatto perché qualcosa, nel nostro territorio, cominci a muoversi? Nonostante tutto, nonostante la crisi, locale e nazionale e a dispetto degli ostacoli e delle forze che ogni giorno ci remano contro?
Cosa abbiamo fatto perché la scuola pubblica diventi migliore?
Cosa abbiamo fatto perché la “comunità educante” cominci a camminare?
Cosa abbiamo fatto per riscoprire il linguaggio della condivisione e della crescita, senza pensare a tornaconti o interessi personali di qualsivoglia natura?

Il 9 gennaio 2012 il viaggio inizia ed approda, il 16 febbraio, alla sottoscrizione dell’atto costitutivo da parte di 32 soci fondatori, che iniziano a lavorare con entusiasmo, costituendo in particolare tre gruppi di lavoro monotematici.
Il 6 giugno 2012 l’Associazione viene pubblicamente presentata attraverso un approccio inconsueto, facendo precedere il dibattito dalla rappresentazione di un atto unico di Domenico Starnone “Sottobanco”, che ironizza su alcuni aspetti della scuola pubblica

Si è svolto mercoledì 6 giugno, presso la sala teatro della Parrocchia di S. Antonio in Tricase, l’evento inaugurale di Asfodelo- scrive il vicepresidente, Fabio Ruberto- la nuova associazione tra docenti, genitori, dirigenti scolastici e studenti. In realtà, come ha ricordato nella fase introduttiva dell’evento la dirigente scolastica prof.ssa Caterina Scarascia, in qualità  di Presidente dell’Associazione, essa ha già  iniziato la propria attività  con la costituzione al suo interno di tre gruppi di studio, ognuno dei quali ha scelto un argomento oggetto delle proprie ricerche e sul quale, successivamente, produrrà  un quaderno divulgativo, in modo da partecipare al Territorio i risultati dei propri studi e riflessioni. La serata è stata aperta dalla rappresentazione di un estratto della commedia “Sottobanco” di Domenico Starnone del 1992. Essa rappresentava un consiglio di classe relativo agli scrutini finali di una quarta di un liceo scientifico. Gli attori dilettanti, costituiti da quattro genitori e tre docenti, hanno saputo rendere molto bene il testo teatrale con conseguente coinvolgimento da parte del pubblico. Anche le illustri relatrici invitate per l’occasione, la dirigente scolastica prof.ssa Rita Bortone e la dirigente scolastica nonchè pedagogista prof.ssa Elvira D’Alò, sono rimaste favorevolmente colpite dalla rappresentazione, tanto che hanno preferito rinunciare a tenere le proprie relazioni, intrecciando un dibattito con i presenti sui temi scaturiti dalla drammatizzazione. Le riflessioni sugli argomenti in discussione sono state avviate dal dott. Luigi Russo, presidente del Centro Servizi Volontariato Salento, in qualità  di moderatore. La prof.ssa Bortone ha posto l’accento sul fatto che la scuola come soggetto a sè stante non esiste, esistono i soggetti che la compongono, docenti e alunni, e gran parte della sua efficacia è basata sulla responsabilità  dei docenti stessi che, tali per vocazione o per necessità , hanno il dovere di profondere tutte le loro energie per la crescita culturale, civile e morale degli alunni loro affidati. La prof.ssa D’Alò ha evidenziato la necessità  di tener ben presente da parte dei docenti le storie e i vissuti degli alunni che si trovano davanti, in modo da rendere loro un servizio il più possibile aderente ai loro reali bisogni formativi. I presenti hanno convenuto sull’importanza che nel funzionamento del sistema scolastico dovrebbero avere i genitori e, in generale, la società  civile, perchè partecipare alle sorti della scuola non dovrebbe avere un senso diverso dal preoccuparsi dell’andamento di altri settori della pubblica amministrazione, come la sanità  o l’amministrazione comunale. Il dibattito che ne è conseguito è stato vivo e partecipato e molti docenti hanno portato la loro esperienza di servizio appassionato a vantaggio delle nuove generazioni. Sono emersi anche dei punti di criticità  fra i quali, a parere dello scrivente, uno dei più importanti riguarda il fatto che la scuola fatica a tenere il passo di una società  in continua evoluzione e in continuo cambiamento, mentre si privilegiano ancora metodi e visioni che, se avevano un senso quando noi attuali adulti eravamo tra i banchi, evidenziano i loro limiti nella società  odierna, caratterizzata da evoluzione culturale, mediatica e tecnologica tale da creare una realtà  del tutto differente. In conclusione è emerso l’intendimento dell’Associazione Asfodelo di porsi non in contrasto, ma in collaborazione con le componenti della scuola operanti in Tricase e nei comuni limitrofi, in modo da favorire lo sviluppo di azioni e metodi efficaci per la crescita emotiva, culturale e sociale delle giovani generazioni”

Siamo dunque qui a continuare questo cammino…………

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