16 marzo 2014

Convegno Nazionale "LA DIDATTICA DELLA MATEMATICA: STRUMENTI PER CAPIRE E PER INTERVENIRE"



Articolo che sarà pubblicato su "Il volantino" di Tricase sabato 22 marzo.

Quando abbiamo deciso, come Associazione “Asfodelo”, di affrontare il grande problema del basso livello di competenze in matematica da parte della grande maggioranza degli studenti italiani, mai e poi mai avremmo creduto che sarebbero bastate poche mail per iniziare un affascinante viaggio con il prof. Bruno D’Amore e mettere in piedi, insieme, addirittura un convegno nazionale sulla didattica della matematica, dalla scuola dell’infanzia fino alla secondaria di II grado.
Perché il problema, naturalmente, non è la matematica in sé, ma il modo in cui la si insegna, avulsa da ogni contesto reale, vuota ed arida disciplina alla mercè di asfittiche regole e ripetitivi esercizi.
Non starò a dire chi è Bruno D’Amore nel mondo accademico nazionale ed internazionale, lascio ai lettori il compito di informarsi e di incuriosirsi su di lui, dirò solo che egli ha organizzato per noi un evento dallo spessore scientifico notevole, appoggiandosi a docenti degli atenei di Bologna, Pisa, Palermo e dell’università Distrital di Bogotà, fra i massimi esperti, oggi, nel campo della ricerca in didattica della matematica.
Il Convegno, svoltosi dal 3 al 5 marzo scorso nell’auditorium del Liceo “Comi” di Tricase, grazie alla collaborazione ed alla disponibilità del Dirigente Scolastico Ing. Giovanni Parente, ha alternato le conferenze teoriche ai seminari tematici distinti per ordine di scuola, soffermandosi, nella tavola rotonda tenutasi il 4 marzo alla presenza di un gruppo di studenti delle superiori, sul problema della paura e della fobia per la matematica da parte dei ragazzi.
Ben 111 insegnanti hanno partecipato all’evento, versando una quota di iscrizione e dando prova, nelle varie fasi dei lavori, di interesse e motivazione.
Sarebbe lungo e complicato addentrarsi nei concetti teorici affrontati e nelle conseguenti  implicazioni didattiche; ciò che ci preme evidenziare è soprattutto la rilevanza data alla formazione teorica degli insegnanti rispetto alla struttura disciplinare della matematica e, contemporaneamente, la necessità di un loro continuo aggiornamento.
E’ emerso in maniera chiara che, se c’è tanta paura e tanto disinteresse da parte degli studenti per tale disciplina, molto dipende dagli approcci didattici, da una matematica vissuta e subita come disciplina mnemonica ed applicativa, più che creativa e ragionata.
E’ apparso particolarmente affascinante il tema proposto dalla Prof.ssa Rosetta Zan, dell’Università di Pisa, in merito alla comprensione dei problemi, che la docente ha affrontato evidenziando anche i risvolti psicologici ed affettivi che l’alunno mette in atto durante l’approccio e la risoluzione.
La complessità del processo di comprensione di un problema richiama la responsabilità metodologica dei docenti e sottolinea il ruolo cruciale dell’insegnante, che non deve puntare ad un’impostazione meccanica e ripetitiva, ma a sistemi di ragionamento anche divergenti, in modo che i ragazzi escano fuori dagli stereotipi e dalle scorciatoie di pensiero che gli stessi permettono.
In definitiva, tutti i relatori hanno evidenziato come non sia possibile costruire competenze matematiche fuori dal rapporto con la realtà ed indipendentemente dalla storia dei singoli oggetti matematici, attraverso schemi risolutivi fissi e predefiniti, spesso privi di senso per lo studente.
Molte le riflessioni ed i dubbi indotti nei presenti, in una logica di formazione che vede proprio nella crisi rispetto a quanto fino a quel momento praticato il maggior punto di forza.
Che senso avrebbe, infatti, formarsi ed aggiornarsi se non si riesce poi a trarre spunti per il proprio cambiamento professionale, dato per scontato che la professionalità è in continua evoluzione e non si acquisisce mai una volta per tutte?
Fra i tanti insegnanti presenti, la percentuale più alta, il 58%, ha riguardato i docenti della scuola primaria, di contro al 14% di docenti della scuola dell’infanzia e al 28% di professori della secondaria di I e II grado.
Un dato, tuttavia, fa riflettere: fra i docenti della superiore, solo 2 appartenevano ai licei di Tricase (Comi e Stampacchia).
Un numero veramente esiguo, per usare un eufemismo, che può tuttavia essere letto da più punti di vista: tutti impegnati nelle vacanze di carnevale? Oppure semplicemente disinteressati a tematiche così banali e a relatori di così bassa lega? O, ancora, talmente certi del proprio sapere da non aver bisogno di nessun convegno o formazione che dir si voglia?
In quest’ultimo caso, siamo davvero lieti di avere nelle scuole superiori della nostra città i migliori docenti di matematica disponibili.
Il Convegno si è concluso con gli apprezzamenti della stragrande maggioranza dei presenti, come hanno dimostrato, fra l’altro, i questionari di valutazione compilati e firmati, in cui ci è stato chiesto di continuare in tale direzione, ovviamente con articolazioni diverse e con differenti livelli di approfondimento concettuale.
Intanto come Associazione abbiamo ufficialmente preso l’impegno di costituire un Gruppo di Sperimentazione in didattica della matematica, aperto a docenti di infanzia, primaria e secondaria di I e II grado, collegato al nucleo di ricerca del Dipartimento di Matematica dell’Università di Bologna e coordinato dal prof. D’Amore.
Il Gruppo rappresenta una prima occasione per sperimentare nuove metodologie di insegnamento all’interno di un preciso quadro teorico di riferimento e in una logica di curricolo verticale, ossia in una continuità effettiva fra i vari ordini di scuola.
     
  
 Caterina Scarascia 

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