Articolo che sarà pubblicato su "Il volantino" di Tricase sabato 22 marzo.
Quando abbiamo deciso, come
Associazione “Asfodelo”, di
affrontare il grande problema del basso livello di competenze in matematica da
parte della grande maggioranza degli studenti italiani, mai e poi mai avremmo
creduto che sarebbero bastate poche mail per iniziare un affascinante viaggio
con il prof. Bruno D’Amore e mettere in piedi, insieme, addirittura un convegno
nazionale sulla didattica della matematica, dalla scuola dell’infanzia fino
alla secondaria di II grado.
Perché il problema, naturalmente,
non è la matematica in sé, ma il modo in cui la si insegna, avulsa da ogni
contesto reale, vuota ed arida disciplina alla mercè di asfittiche regole e
ripetitivi esercizi.
Non starò a dire chi è Bruno
D’Amore nel mondo accademico nazionale ed internazionale, lascio ai lettori il
compito di informarsi e di incuriosirsi su di lui, dirò solo che egli ha
organizzato per noi un evento dallo spessore scientifico notevole,
appoggiandosi a docenti degli atenei di Bologna, Pisa, Palermo e
dell’università Distrital di Bogotà, fra i massimi esperti, oggi, nel campo
della ricerca in didattica della matematica.
Il Convegno, svoltosi dal 3 al 5
marzo scorso nell’auditorium del Liceo “Comi”
di Tricase, grazie alla collaborazione ed alla disponibilità del Dirigente
Scolastico Ing. Giovanni Parente, ha alternato le conferenze teoriche ai
seminari tematici distinti per ordine di scuola, soffermandosi, nella tavola
rotonda tenutasi il 4 marzo alla presenza di un gruppo di studenti delle
superiori, sul problema della paura e della fobia per la matematica da parte
dei ragazzi.
Ben 111 insegnanti hanno
partecipato all’evento, versando una quota di iscrizione e dando prova, nelle
varie fasi dei lavori, di interesse e motivazione.
Sarebbe lungo e complicato
addentrarsi nei concetti teorici affrontati e nelle conseguenti implicazioni didattiche; ciò che ci preme
evidenziare è soprattutto la rilevanza data alla formazione teorica degli
insegnanti rispetto alla struttura disciplinare della matematica e,
contemporaneamente, la necessità di un loro continuo aggiornamento.
E’ emerso in maniera chiara che,
se c’è tanta paura e tanto disinteresse da parte degli studenti per tale
disciplina, molto dipende dagli approcci didattici, da una matematica vissuta e
subita come disciplina mnemonica ed applicativa, più che creativa e ragionata.
E’ apparso particolarmente
affascinante il tema proposto dalla Prof.ssa Rosetta Zan, dell’Università di
Pisa, in merito alla comprensione dei problemi, che la docente ha affrontato
evidenziando anche i risvolti psicologici ed affettivi che l’alunno mette in
atto durante l’approccio e la risoluzione.
La complessità del processo di
comprensione di un problema richiama la responsabilità metodologica dei docenti
e sottolinea il ruolo cruciale dell’insegnante, che non deve puntare ad
un’impostazione meccanica e ripetitiva, ma a sistemi di ragionamento anche
divergenti, in modo che i ragazzi escano fuori dagli stereotipi e dalle
scorciatoie di pensiero che gli stessi permettono.
In definitiva, tutti i relatori
hanno evidenziato come non sia possibile costruire competenze matematiche fuori
dal rapporto con la realtà ed indipendentemente dalla storia dei singoli
oggetti matematici, attraverso schemi risolutivi fissi e predefiniti, spesso
privi di senso per lo studente.
Molte le riflessioni ed i dubbi
indotti nei presenti, in una logica di formazione che vede proprio nella crisi rispetto
a quanto fino a quel momento praticato il maggior punto di forza.
Che senso avrebbe, infatti,
formarsi ed aggiornarsi se non si riesce poi a trarre spunti per il proprio
cambiamento professionale, dato per scontato che la professionalità è in
continua evoluzione e non si acquisisce mai una volta per tutte?
Fra i tanti insegnanti presenti,
la percentuale più alta, il 58%, ha riguardato i docenti della scuola primaria,
di contro al 14% di docenti della scuola dell’infanzia e al 28% di professori
della secondaria di I e II grado.
Un dato, tuttavia, fa riflettere:
fra i docenti della superiore, solo 2 appartenevano ai licei di Tricase (Comi e
Stampacchia).
Un numero veramente esiguo, per
usare un eufemismo, che può tuttavia essere letto da più punti di vista: tutti
impegnati nelle vacanze di carnevale? Oppure semplicemente disinteressati a
tematiche così banali e a relatori di così bassa lega? O, ancora, talmente
certi del proprio sapere da non aver bisogno di nessun convegno o formazione
che dir si voglia?
In quest’ultimo caso, siamo
davvero lieti di avere nelle scuole superiori della nostra città i migliori
docenti di matematica disponibili.
Il Convegno si è concluso con gli
apprezzamenti della stragrande maggioranza dei presenti, come hanno dimostrato,
fra l’altro, i questionari di valutazione compilati e firmati, in cui ci è
stato chiesto di continuare in tale direzione, ovviamente con articolazioni
diverse e con differenti livelli di approfondimento concettuale.
Intanto come Associazione abbiamo
ufficialmente preso l’impegno di costituire un Gruppo di Sperimentazione in didattica della matematica, aperto a
docenti di infanzia, primaria e secondaria di I e II grado, collegato al nucleo
di ricerca del Dipartimento di Matematica dell’Università di Bologna e
coordinato dal prof. D’Amore.
Il Gruppo rappresenta una prima
occasione per sperimentare nuove metodologie di insegnamento all’interno di un
preciso quadro teorico di riferimento e in una logica di curricolo verticale,
ossia in una continuità effettiva fra i vari ordini di scuola.
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