Agli amici
dell’Associazione Asfodelo
C’è una sola cosa che mi imbarazza totalmente ed è il sentir
parlare o dover parlare di me!
E così è capitato che ora sento di essere stata veramente
ingiusta e di non aver adeguatamente restituito a tutti voi che mi avete
colmato di carezze ed affetto, i miei reali sentimenti di gratitudine perché,
finalmente, ammutolita e sopraffatta dalla commozione.
Il lavoro d’aula è il mio habitat naturale: mi consente sia
di affrontare temi che mi appaiono importanti per lo star bene e per l’attività
di accoglienza e cura, sia di comunicare il mio entusiasmo per aver individuato
un nuovo ambito di ricerca. Sono abbastanza tonica anche quando devo condurre
una battaglia per una causa che ritengo giusta. Ma l’elogio no, non lo reggo e
divento di burro, tremo in ogni fibra e mi sento del tutto inadeguata.
Così, poche ore fa, emozionata,
imbarazzata e sopraffatta dal bisogno di ridimensionare e, in un certo senso,
giustificare l’apprezzamento per il mio lavoro espresso da tante persone e
“coram populi”, ho finito col risultare ingrata.
La verità è che le vostre parole hanno dato senso e
significato al mio modo di svolgere il lavoro che ho scelto e che amo.
Mi hanno garantito il sopravvivere di idee e valori per la
cui affermazione ho faticato e sofferto.
Mi hanno confermato sull’utilità
dell’impegno e dei sacrifici miei e di coloro che con me hanno vissuto
l’esperienza tricasina.
Il gruppo dei genitori del
triennio di formazione, realizzato post-pensione, è stato formidabile perché ha
operato una sintesi efficace dell’esperienza di formazione vissuta direttamente
con l’esperienza vicaria vissuta attraverso le parole e le azioni di Caterina.
Grazie, grazie di cuore Silvana, Mariolina, Francesco,
Gianfranco, Antonio, Fabio, Caterina e tutti voi amici e soci di Asfodelo, vi
voglio un mondo di bene e sono grata a Dio per avervi come amici.
Un grande abbraccio
Vestilia.
Nessun commento:
Posta un commento