Articolo apparso su ""Il Volantino" - Tricase - Pubblicato Gen 11, 2013
Quando le modalità e i luoghi della formazione
vengono progettati in sinergia, le persone coinvolte non possono che essere
protagoniste attive delle acquisizioni di competenze educative efficaci; testimonianza
né è stata la conferenza dal titolo “ La
persona con sindrome Down: la conosciamo veramente?” tenutasi il 6 Dicembre
presso le scuderie di Palazzo Gallone a Tricase, con l’ampia partecipazione di
docenti di ogni ordine e grado, genitori, professionisti del territorio di
Tricase e dintorni.
La conferenza sulla sindrome di Down è stata
progettata dall` associazione culturale Asfodelo,
nella persona della presidente, la
dirigente Caterina Scarascia e dei soci iscritti.
L’apertura
dell’incontro è avvenuta con
l’encomiabile presenza del sindaco di Tricase l’ing. A.Coppola, la cui
ampia e partecipata disponibilità a mettere a disposizione gli spazi di Palazzo
Gallone per i futuri percorsi formativi ha riscontrato il plauso di tutti i
presenti.
In linea con i percorsi progettuali di Asfodelo, la conferenza parte da un
punto di domanda la cui risposta, volta a farci conoscere le persone Down, è
stata egregiamente illustrata dalla relatrice, la dottoressa M. Teresa Calignano,
coordinatrice A.I.P.D.- associazione italiana persone Down –sezione di Lecce.
Con la sua relazione, la Dott.ssa Calignano ha
delineato in maniera articolata le caratteristiche del genotipo e fenotipo
delle persone Down, ma ancora più ampio spazio è stato riservato alle loro
modalità comportamentali. Si è trattato di scoprire o riscoprire insieme quali
siano le loro possibilità, le potenzialità da coltivare, le abilità da
sostenere, come le abilità linguistiche, sociali, cognitive, di memoria,
contribuendo così alla crescita integrale della persona. La relatrice ha
altresi´ messo in risalto come ogni apprendimento non possa prescindere da un
rapporto emotivo-affettivo volto alla accoglienza e alla valorizzazione delle
persone coinvolte nel processo educativo.
I bambini con sindrome di Down crescendo possono
raggiungere, sia pure con tempi più lunghi, conquiste simili a quelle degli
altri bambini: potranno fare sport, andare a scuola, imparare a leggere e
scrivere, avere rapporti significativi con i loro amici. La maggior parte delle
persone con SD può imparare a curare la propria persona, ad uscire e fare
acquisti da soli. I giovani e gli adulti possono apprendere un mestiere e
impegnarsi in un lavoro svolgendolo in modo competente e produttivo. Le persone
con sindrome Down sanno fare molte cose e ne possono imparare molte altre, come
ha sottolineato la relatrice, ma perché queste possibilità diventino realtà
occorre che tutti imparino a conoscerli e ad avere fiducia nelle loro capacità.
Con la presidente di Asfodelo, Caterina Scarascia,
si è condivisa l’importanza di una riorganizzazione dei curricoli delle scuole
frequentate dai bambini e dai ragazzi Down, progettandoli tenendo conto delle
loro reali caratteristiche, della loro storia, delle caratteristiche del
territorio in cui la progettazione avviene, orientando il percorso educativo
all’acquisizione di competenze realmente spendibili e volte alla realizzazione
di una vita autonoma.
L’acquisizione dell’autonomia che si realizza
gradualmente, facendone esercizio in contesti formativi strutturati con una
precisa intenzionalità educativa, è un traguardo indispensabile per essere un
membro attivo e non assistito della società.
Di autonomia possibile ha ampiamente parlato la
psicopedagogista M.T. Calignano, generando notevole interesse da parte
dell’auditorio. Ha socializzato anche i servizi erogati dalla sezione di Lecce
dell’ A.I.P.D., l’associazione italiana persone Down, nata a Roma nel 1979, tra
questi ci ha ricordato il corso di educazione all’autonomia. Il corso si
rivolge ad adolescenti e giovani adulti e ha come obiettivo, attraverso dei
percorsi educativi individualizzati, quello di sviluppare capacità, abilità e
conoscenze necessarie alla vita quotidiana. In questo percorso è anche previsto
uno spazio lavoro, ossia acquisire le competenze di base necessarie ad assumere
la capacità di lavorare. I ragazzi che hanno portato a termine il corso hanno
anche avuto modo di effettuare con successo stages all’estero.
Le riflessioni dei partecipanti, prevalentemente
docenti, così come gli interventi seguiti alla relazione sono stati concordanti
con l’esigenza di valorizzare e arricchire i percorsi educativi dei bambini e
ragazzi Down, che nel loro cammino verso l’età adulta non possono prescindere
dalla partecipazione ai percorsi di inclusione messi in atto nelle scuole,
essendo queste ultime sede di processi di socializzazione straordinariamente
importanti per la loro crescita equilibrata.
La questione rimane però aperta nei termini di una
interrogazione rivolta alla comunità che accoglie anche le persone Down: quanto
la società che ci circonda sia realmente inclusiva, quanto sia in grado di
sostenere e realizzare percorsi di autonomia di soggetti in speciali condizioni
di vita, quanto la scuola possa fare per contribuire a realizzare le attese dei
suoi studenti e delle loro famiglie.
Gli interrogativi potranno essere oggetto di
ulteriori riflessioni in futuro, l’auditorio ha infatti avuto modo di
esprimersi in tal senso compilando un questionario sottoposto a fine incontro
per registrare l’interesse sull’argomento trattato e rilevare proposte operative future per
l’acquisizione di ulteriori competenze in materia.
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